Giulia Lombardi abitava a Vighignolo ed aveva quasi 22 anni (era nata il 22 agosto 1922).
Il 26 maggio 1944 si era avviata a piedi, assieme ad altre due amiche, sulla strada che da Vighignolo porta a Cornaredo; le ragazze erano dipendenti della MAIM (Manifattura Abbigliamenti Industriali) e camminavano svelte per raggiungere il posto di lavoro.
Giulia era al centro del gruppo.
Verso le 7,30, in prossimità di Cornaredo, il gruppetto fu raggiunto da alcuni colpi d’arma da fuoco. Delle tre solo Giulia fu l’unica ad essere colpita a morte, inutili furono i tentativi di salvarla. A sparare fu un caposquadradella GNR durante uno dei tanti rastrellamenti che avevano l’obiettivo di arrestare renitenti di leva e partigiani. Il milite della Muti che sparò scrisse sul rapporto che l’uccisione della ragazza era stato un incidente, in quanto era stata colpita per sbaglio nell’ambito del tentativo di arresto di un individuo che si era dato alla fuga.
Il comando dell’operazione era affidato all’Aiutante Maggiore in 1ª Capitano De Stefani Bruno che, un mese dopo, diventerà Maggiore e guiderà il rastrellamento che porterà alla fucilazione di Ravagnati, Rigamonti e Soldati nella piazza di Settimo
Ai funerali partecipò tutto il paese ed i giovani colleghi della MAIM, molti dei quali membri della Resistenza della zona.
Giulia Lombardi venne riconosciuta come “Staffetta” dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
|