SITO UFFICIALE DELLA PRO LOCO DI SETTIMO MILANESE   -  PER INFORMAZIONI:
  PRO LOCO SETTIMO MILANESE
  IL PAESE
  LA STORIA
  LA STORIA IN DISPENSE
  PARCO GIUSEPPE FARINA
  LE FAMIGLIE
  LE CHIESE
  I PALAZZI
  SETTIMO IERI
  SETTIMO OGGI
  LE NOSTRE PUBBLICAZIONI
  ARCHIVIO MANIFESTAZIONI
  COME CONTATTARCI
  NEWSLETTER
  LINK SITI AMICI
  STRADARIO
  NUMERI UTILI
  RISTORANTI - BAR - PIZZERIE
  CONVENZIONI
  METEO


 


 

 

      L'atto che la Pro Loco e l'Amministrazione Comunale di Settimo Milanese compiono offrendo alla parrocchia di Santa Maria Nascente di Vighignolo una riproduzione del trittico chiamato convenzionalmente trittico di Vighignolo è, per così dire, una sorta di restituzione. Il bassorilievo in pietra, lungo 195 cm e alto 69, si trova infatti oggi presso il Museo del castello sforzesco di Milano, nella stessa sala, dedicata alla scultura del Quattrocento e del primo Cinquecento, che ospita, oltre al monumento funebre di Gaston de Foix scolpito dal Bambaja, la celeberrima Pietà Rondanini di Michelangelo. Originariamente però la scultura era conservata proprio nella chiesa vecchia di Vighignolo, dove fungeva da paliotto (cioè da decorazione da porre dinnanzi alla mensa dell’altare) di uno degli altari laterali.

  Essa rappresenta, al centro, Cristo nel sepolcro, in posizione dolente, accompagnato dagli strumenti della passione, quali la croce, le fruste della flagellazione, la lancia con cui Longino colpì il costato del Redentore e la spugna colla quale, poco prima, egli venne abbeverato con aceto per lenire gli spasimi dell’esecuzione; il Cristo poggia le mani su un panno, leggibile come la Sindone. Alla sua destra sta la Vergine, pure in posizione dolente anche se non scomposta, quasi a voler indicare nello stesso tempo la propria partecipazione a quella tragedia e il proprio ruolo di mediatrice, proprio attraverso i propri dolori e quelli del Figlio, per la salvezza dell’umanità. Analoga è la rappresentazione, a sinistra, di San Giovanni Evangelista, anch’egli con la Madonna sotto la croce secondo il racconto evangelico. Perché il trittico non è più a Vighignolo? Parrà curioso, ma il motivo di ciò furono esigenze di bilancio. Alla fine dell’Ottocento, come successe anche a Settimo, la chiesa di Santa Maria Nascente, costruita a metà del XV secolo, venne allargata e allungata ad opera dell’ingegner Tiberio Sironi su iniziativa dell’allora parroco Giovanni Comazzi. Tutto il paese, proprietari e Municipio compresi, venne invitato a contribuire e, ad esempio, le donne si impegnarono ad allevare dei pulcini per conto della parrocchia; ma per coprire le spese si rese necessaria anche la vendita del paliotto, che fruttò mille lire. La chiesa, ristrutturata, venne solennemente benedetta il 13 settembre 1892 da mons. Foscarini, canonico del Duomo.

  Il pezzo scultoreo venne segnalato alle competenti autorità milanesi da Carlo Locatelli, uno dei proprietari del paese. Nel giugno 1891 esso venne trasportato a Milano, alle Stelline, perché fosse visionato dalla Consulta archeologica, che lo ritenne meritevole di essere collocato in un museo previo acquisto da parte dello Stato: tuttavia, all’inizio, il Ministro della pubblica istruzione, Pasquale Villari, si dichiarò contrario (settembre 1891) invitando a mantenere il reperto in loco ma nel contempo iscrivendolo nel catalogo generale delle antichità del Regno. Passarono tuttavia pochi mesi: una crisi di governo fece cambiare il ministro e il suo successore Codronchi approvò (dicembre 1891) l’acquisto, anche se la vicenda ebbe lunghi strascichi burocratici in relazione al pagamento, che venne effettuato soltanto un paio di anni più tardi. Ma intanto don Comazzi, forse, aveva preso gusto a interessarsi di arte e storia e forse voleva accreditare Vighignolo come luogo ricco di testimonianze artistiche, donando (marzo 1892) uno stemma in pietra di Cesare Ludovico Meraviglia al museo archeologico milanese. E’ opportuno osservare come il ministro Villari intendesse probabilmente difendere l’integrità delle testimonianze del passato locale; ma va osservato che, considerando le tante, dissennate vendite di oggetti artistici e liturgici che spesso hanno colpito le chiese locali, assicurare al Pubblico quel monumento ha impedito che esso potesse disperdersi in collezioni private, rendendone impossibile la visione.

  Queste vicende, comunque, portarono il trittico all’attenzione degli studiosi, in particolare di Diego Sant’Ambrogio, già autore, con altri, di uno studio sulla chiesetta di Cascine Olona. Sant’Ambrogio si chiese che cosa fosse in origine quella lastra, e perché fosse nella chiesa di uno sperduto paese della provincia milanese. La sua prima ipotesi fu che dovesse essere stato concepito come architrave del portone della chiesa, poi collocato appunto come paliotto; ma compì ulteriori ricerche, arrivando all’ipotesi che esso dovesse essere una parte del monumento funebre che Cristoforo Solari aveva realizzato alla fine del XV secolo per Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, il cui pezzo più famoso sono le statue dei due, colti nel sonno della morte, collocate oggi nel transetto della chiesa della certosa di Pavia. Il monumento venne smembrato già pochi anni dopo la sua realizzazione ed è possibile, nota Sant’Ambrogio, che una sua parte fosse venuta in possesso dei Meraviglia, patroni della parrocchia vighignolese, che l’avrebbero fatta collocare in Santa Maria Nascente. Del resto un fatto analogo avvenne nel 1785, quando monsignor Antonio Meraviglia fece collocare in chiesa il bassorilievo di Sant’Antonio da Padova, che ancora vi si può ammirare.

  Già poco tempo dopo la sua proposta, Sant’Ambrogio veniva smentito da Franco Malaguzzi Valeri, grande studioso d’arte, che osservava come l’ipotesi poteva forse reggere da un punto di vista storico, ma non artistico, rilevando i tratti di qualità non eccelsa della scultura e dunque non acconsentendo ad attribuirlo ad una mano (e ad un’opera) che erano tra le più importanti della Milano tra il Quattro e il Cinquecento. Si tratta in sostanza di un esempio di arte lombarda minore, testimonianza comunque di un certo prestigio da parte dei committenti e di discrete capacità nella realizzazione, ma che resta comunque un episodio di livello medio.

  Resta anche, tuttavia, un importante luogo della memoria per la religiosità della parrocchia di Vighignolo: possiamo pensare a quanti fedeli, guidati da parroci e predicatori, hanno meditato sulla passione e sui dolori di Cristo e della Vergine, un tema che era molto presente nella religiosità dei secoli passati, e che attraverso le sofferenze di Gesù proponeva l’accettazione delle sofferenze della vita e indicava nella mortificazione una via maestra all’imitazione di Cristo e alla salvezza.

  Anche questi aspetti storico-religiosi rientrano in un monumento che fa parte della nostra storia e che, se non possiamo più ammirare “in carne ed ossa”, torna in qualche maniera a far parte del nostro paese.


© PRO LOCO SETTIMO MILANESE


Parco Giuseppe Farina
Via Grandi, 13
20019 Settimo Milanese (Mi)
Email: info@prolocosettimomilanese.it
Telefono: 02 - 335 12 373 - Cellulare: 338-85 63 219