La festa degli innamorati venne istituita un paio di secoli dopo la morte di Valentino, nel 496, quando Papa Gelasio I decise di porre termine ad un rito pagano (i Lupercali) per la fertilità (per gli antichi Romani il mese di Febbraio era considerato il periodo in cui ci si preparava all'arrivo della primavera, considerata la stagione della rinascita) sostituendolo con una festa ispirata al messaggio d'amore diffuso dall'opera di San Valentino
Valentino nacque a Terni (allora chiamata Interamna Nahars) nel 176 d.C., fu convertito al cristianesimo ed ordinato vescovo da Papa san Feliciano di Foligno nel 197.
Divenuto famoso per la santità della sua vita, per la carità ed umiltà, per lo zelante apostolato e per i miracoli che fece nell'anno 270 Valentino venne invitato a Roma da un certo Cratone, oratore greco e latino, perché gli guarisse il figlio Cheromone infermo da alcuni anni. Guarito il giovane, lo convertì al cristianesimo insieme alla famiglia ed ai greci studiosi di lettere latine Proculo, Efebo e Apollonio che divennero suoi discepoli.
Venne successivamente arrestato dai romani e l'imperatore Claudio II il Gotico gli intimò di sospendere la celebrazione religiosa e di abiurare la propria fede; Valentino rifiutò di farlo tentando anzi di convertire l'imperatore al cristianesimo.
L'imperatore fu colpito da tanta determinazione e lo graziò affidandolo ad una nobile famiglia.
Valentino continuò professare il cristianesimo e venne arrestato una seconda volta sotto Aureliano, succeduto a Claudio II il Gotico. L'impero proseguiva nelle sue persecuzioni contro i cristiani ed i vertici della Chiesa di Roma e, poiché la popolarità di Valentino stava crescendo, i soldati romani lo catturarono e lo portarono fuori città lungo la via Flaminia presso Ponte Milvio, temendo che la popolazione potesse insorgere in sua difesa. Lo flagellarono a morte ed infine lo decapitarono: era il 14 febbraio 273.
Il corpo del Vescovo di Terni venne sepolto frettolosamente in un cimitero all’aperto posto al secondo miglio della via Flaminia, a poca distanza da Roma. Poche notti dopo, però, i suoi fedeli discepoli, Proculo, Efebo e Apollonio, tornarono nel cimitero per disseppellire il corpo del Santo.
Superati numerosi ostacoli, i tre riuscirono a riportare San Valentino nella sua città per assegnargli una sepoltura degna della sua venerazione.
San Valentino è patrono di Terni, Breno e Passau, protettore dei giovani e appunto degli innamorati. E` raffigurato, a volte, in veste di soldato di Cristo ed è invocato per i dolori al ventre, gli svenimenti e contro le cadute e la peste.
Intorno alla figura di San Valentino ruotano molte leggende che riguardano tutte episodi d'amore.
La leggenda di Serapia e Sabino
Questa leggenda narra di un giovane centurione romano di nome Sabino che, passeggiando per una piazza di Terni, vide una bella ragazza di nome Serapia e se ne innamorò follemente. Sabino chiese ai genitori di Serapia di poterla sposare ma ricevette un secco rifiuto: Sabino era pagano mentre la famiglia di Serapia era di religione cristiana. Per superare questo ostacolo, la bella Serapia suggerì al suo amato di andare dal loro Vescovo Valentino per avvicinarsi alla religione della sua famiglia e ricevere il battesimo, cosa che lui fece in nome del suo amore. Purtroppo, proprio mentre si preparavano i festeggiamenti per il battesimo di Sabino e per le prossime nozze, Serapia si ammalò di tisi. Valentino fu chiamato al capezzale della ragazza oramai moribonda. Sabino supplicò Valentino affinché non fosse separato dalla sua amata: la vita senza di lei sarebbe stata solo una lunga sofferenza. Valentino battezzò il giovane, ed unì i due in matrimonio e mentre levò le mani in alto per la benedizione, un sonno beatificante avvolse quei due cuori per l'eternità.
Leggenda della rosa della riconciliazione
Un giorno San Valentino, sentendo litigare due giovani fidanzati che stavano passando di là della siepe del suo giardino, andò loro incontro tenendo in mano una splendida rosa. Si rivolse ai due ragazzi con un gesto pieno d’amore, donò loro la rosa e gli sussurrò parole di riconciliazione. Il volto sorridente del buon Valentino e quel fiore ebbero il magico potere di far terminare la lite tra i due giovani innamorati. Il Santo volle poi che i due fidanzati stringessero insieme con cautela il gambo della rosa, facendo attenzione a non farsi pungere dalle spine e pregando affinché il loro amore restasse eterno.
I giovani tornarono da lui per suggellare la loro felice unione e ricevere la benedizione per il matrimonio. La storia si diffuse e gli abitanti iniziarono ad andare in pellegrinaggio dal vescovo di Terni; il 14 di ogni mese diventò così il giorno dedicato alle benedizioni, ma la data fu poi ristretta al solo mese di febbraio perché in quel giorno del 273 San Valentino morì.
La leggenda dei bambini
San Valentino possedeva un grande giardino pieno di magnifici fiori dove permetteva a tutti i bambini di giocare. Si affacciava sovente dalla sua finestra per sorvegliarli e per rallegrarsi nel vederli giocare. Quando veniva sera, scendeva in giardino e tutti i bambini lo circondavano con affetto ed allegria. Dopo aver dato loro la benedizione regalava a ciascuno di loro un fiore raccomandando di portarlo alle loro mamme: in questo modo otteneva la certezza che sarebbero tornati a casa presto e che avrebbero alimentato il rispetto e l’amore nei confronti dei genitori. Da questa leggenda deriva l'usanza di donare dei piccoli regali alle persone a cui vogliamo bene.
La leggenda dei colombini
Il sacerdote Valentino possedeva un grande giardino che nelle ore libere dall'apostolato coltivava con le proprie mani. Tutti i giorni permetteva ai bambini di giocare nel suo giardino, raccomandando che non avessero fatto danni, perché poi la sera avrebbe egli regalato a ciascuno un fiore da portare a casa. Un giorno, però, vennero dei soldati e imprigionarono Valentino e i bambini piansero tanto. Valentino, stando in carcere pensava a loro, e al fatto che non avrebbero più avuto un luogo sicuro dove giocare. Ci pensò il Signore. Fece fuggire dalla gabbia del distratto custode due dei piccioni viaggiatori che Valentino teneva in giardino. Questi piccioni, guidati da un misterioso istinto, trovarono il carcere dove stava chiuso il loro santo padrone. Si posarono sulle sbarre della sua finestra e presero a tubare fortemente. Valentino li riconobbe, li prese e li accarezzò. Poi legò al collo di uno un sacchetto fatto a cuoricino con dentro un biglietto, ed al collo dell'altro legò una chiavetta. Quando i due piccioni fecero ritorno furono accolti con grande gioia. Le persone si accorsero di quello che portavano e riconobbero subito la chiavetta: era quella del giardino di Valentino. Nel biglietto c'era scritto:"A tutti i bambini che amo…dal vostro Valentino”
Nel 1942, Raymond Peynet illustratore, vignettista è sfollato in Auvergne (Francia) quando un giorno rimane molto colpito dal chioschetto musicale del giardino pubblico della stazione di Valence, con un violinista solitario dai capeli lunghi e una ragazza che lo ascolta affascinata. Quell'immagine si traduce nei primi disegni degli "amoureux" (gli innamorati, i "fidanzatini") e diventeranno il suo geniale messaggio umoristico-romantico per mezzo secolo.
Dopo la guerra Peynet diventa famoso nel mondo, e i suoi fidanzatini un emblema per il 14 Febbraio, San Valentino, festa degli innamorati. In Italia i due personaggi sono battezzati appunto Valentino e Valentina.
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