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La storia di Settimo Milanese
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Il Capoluogo
Di sicura origine
romana, come rivela il nome, Settimo ebbe sempre una vocazione agricola.
Pochissime sono le tracce fino ai secoli conclusivi del medioevo, quando aumenta
la produzione di documenti che sono rimasti fino a noi, soprattutto quelli di
enti ecclesiastici quali il monastero maggiore e la canonica di Sant’Ambrogio
di Milano che avevano molti possedimenti nelle ricche campagne del nostro paese,
punteggiate di mulini. Nel paese e nelle sue frazioni, rette dal già ricordato comune
loci ma chiaramente sotto la superiore autorità di Milano, esistevano già,
oltre alle abitazioni (spesso molto primitive), gli edifici religiosi, come le
chiese di Santa Margherita a Settimo (esistente già nel 1153), quella di San
Sebastiano fuori dall’abitato di Vighignolo e quella di San Giorgio a Seguro.
Si trova anche attestata, per Settimo, la presenza di un castrum,
un castello, o piuttosto una fortificazione, cosa normale per tempi assai poco
sicuri in termini di ordine pubblico e frequentemente travagliati da lotte tra
città, fazioni, signori. Oltre ai contadini e agli artigiani, abitavano in
Settimo o vi avevano proprietà anche diverse famiglie di nobiles, come i Balbi, tra i principali proprietari in epoca
medievale, e i Mantegazza, che nel Quattrocento costruiranno lo splendido
oratorio di Cascine Olona.
Come Milano, Settimo
passò attraverso tutte le svolte della “grande storia”: dalle epoche della
sovranità spagnola e austriaca alla innovatrice bufera napoleonica, alla
Restaurazione e al Risorgimento. Nel frattempo l’economia provocava profonde
trasformazioni, accompagnandole con un progressivo peggioramento delle
condizioni contrattuali e di vita che, unite alle tensioni prodotte
dall’industrializzazione e dalla diffusione del socialismo e del cattolicesimo
sociale, produssero anche in Settimo grandi scioperi agrari tra la fine
dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, nonché la nascita di cooperative,
la prima delle quali, la “Patria e Lavoro”, venne fondata da alcuni muratori
di Cascine Olona nel 1911. La crescita di Milano infatti fece sì che molti
settimesi abbandonassero i campi e si trasformassero in operai, un processo che,
condotto tra mille traversie ed eventi storici spesso molto dolorosi, ha portato
tuttavia all’attuale, diffuso benessere.
Anche Settimo diede il
suo contributo alla Prima ed alla
Seconda Guerra Mondiale. I nomi di Giovanni Barni di Seguro, deportato e ucciso
a Mauthausen, quello di Remo Mereghetti di Vighignolo, ucciso a Milano, e di
Osvaldo Rigamonti, Gino Ravagnati e Paolo Soldati di Settimo, fucilati nella
piazza Santa Margherita (oggi piazza Tre Martiri) durante un rastrellamento,
suggellano col sangue l’impegno dei Settimesi per la libertà, anche se non
mancarono, oltre che simpatie per la dittatura specialmente negli anni del
maggior consenso, anche episodi tipici del clima dell’immediato dopoguerra,
come il rapimento e l’assassinio del segretario comunale Carlo Dossi.
Settimo avviò
dagli anni Cinquanta una profonda trasformazione sociale, urbanistica ed
economica, grazie all’impianto delle prime industrie (alcune delle quali di
grandi dimensioni, come la Auso Siemens a Castelletto) e all’arrivo dei primi
emigranti dalle altre regioni d’Italia. Nonostante la perdita di larga parte
dei centri storici, soprattutto nel capoluogo, l’attuale realtà dei centri
abitati e delle aree verdi del comune è senza dubbio positiva; allo stesso modo
la realtà sociale ed economica del paese è soddisfacente e ne va reso merito
alle istituzioni e alle associazioni del territorio e in primo luogo alle
amministrazioni comunali che si sono susseguite nel corso dei decenni.
Cascine
Olona
Il
primo termine, riferito alla tipica struttura abitativa e produttiva
dell’agricoltura lombarda, deriva probabilmente da capsum,
cioè recinto per il bestiame. Olona allude invece alla presenza antichissima del corso del fiume che, deviato in età
romana verso Milano, mantenne però in questa zona dei rami secondari. Già
frazione fino alla metà degli anni '60, da allora parte integrante del
capoluogo.
Vighignolo
L’etimo
della frazione è una sorta di rompicapo linguistico e storico, anche perché la
sua attestazione è piuttosto tarda rispetto agli altri paesi, Sembrerebbe
riconducibile al termine viganum, che
indicava le proprietà collettive degli abitanti del comune loci, cioè dell’”ente” che, costituito dai
capifamiglia locali, era la prima cellula di governo del territorio.
Seguro
Il
nome deriverebbe da un Securus, colono
romano che avrebbe ricevuto terre in questa zona, come nel caso di Cusago (da Cusius)
o Cesano (Caesius).
Villaggio Cavour
L’insediamento risale al secondo Ottocento e il suo nome, come l’intestazione delle sue vie, è un omaggio al Risorgimento. Poco lontano vi sorgeva, fino al Quattrocento, l’abitato di Garbagnate Marcido.
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